1 MODULO - 18 ECM: Venerdì 18 - Sabato 19 Settembre
DIAGNOSI E PROGNOSI per una corretta stesura del piano di trattamento
Partecipanti: Odontoiatri e Igienisti Dentali
OBIETTIVO
La recente nuova Classificazione delle Malattie Parodontali e Periimplantari, ci accompagna verso una corretta Diagnosi e ci invita a personalizzare la terapia parodontale inserendosi nel concetto più generale di medicina di precisione rendendo la nostra azione diagnostico-terapeutica quanto mai attuale.
Il passo immediatamente successivo, l’assegnazione della prognosi, rimane uno dei temi piuÌ€ controversi della nostra disciplina. Non abbiamo, infatti, in molti casi, evidenze scientifiche solide a guidarci nella previsione futura dell’evoluzione della patologia e spesso solo l’esperienza clinica sembra poterci venire in soccorso. Come poter migliorare il nostro potere di risoluzione prognostica?
Passando dall’analisi all’azione terapeutica entreremo nel capitolo della terapia non chirurgica del Paziente parodontale. Quali novità? Cosa è veramente efficace?
Obiettivo di questo primo modulo è fornire un metodo immediatamente applicabile nella propria pratica clinica quotidiana che consenta il raggiungimento della stabilizzazione del paziente parodontale, avvalendosi di strumenti comunicativi e tecnici di comprovata efficacia.
2 MODULO - 18 ECM: Venerdì 19 - Sabato 20 Marzo 2021
CHIRURGIA RESETTIVA - approccio classico rivisitato alla luce delle attuali conoscenze
Partecipanti: Odontoiatri
OBIETTIVO
Il controllo della malattia parodontale nei pazienti maggiormente suscettibili, si basa anche su procedure chirurgiche in grado di eliminare le tasche parodontali residue. Diverse ricerche hanno, infatti, evidenziato come il permanere di siti a sondaggio parodontale aumentato dopo terapia causale, possa predisporre quel paziente a una progressione della patologia e a un aumento della perdita di elementi dentali nel corso degli anni. L’eliminazione o la significativa riduzione di profondità di una tasca parodontale può, in molti casi, essere ottenuta mediante chirurgia ossea resettiva. Quest’approccio chirurgico rappresenta uno strumento efficace di controllo della malattia. Elemento chiave della procedura è l’appropriata modellazione del tessuto osseo, vedremo assieme come e dove applicare questa tecnica.
Tecniche chirurgiche resettive sono indicate sia per la gestione di pazienti affetti da parodontite sia per soddisfare obiettivi protesico-restaurativi, qualora siano indicati allungamenti della corona clinica. Possono essere anche impiegate nella risoluzione di inestetismi come “sorrisi gengivali” o asimmetrie della festonatura gengivale.
3 MODULO - 18 ECM: Venerdì 7 - Sabato 8 Maggio 2021
LA RICOSTRUZIONE DEI TESSUTI PARODONTALI
Partecipanti: Odontoiatri
OBIETTIVO
La “sfida” nel recupero della lesione parodontale è, da sempre, rappresentata dal ripristino della condizione fisiologica originale (prima dello sviluppo dell’infezione) dei tessuti coinvolti. le due giornate saranno dedicate bal tema della rigenerazione parodontale.
Dalle origini dell’approccio chirurgico della GTR (igenerazione guidata dei tessuti) a oggi le conoscenze si sono notevolmente evolute, migliorando i risultati clinici oggi ottenibili, grazie a nuovi disegni di lembo e alla disponibilità di biomateriali più performanti. Sono stati, inoltre, chiaramente enunciati algoritmi decisionali in grado di consentire al clinico di scegliere quando impiegare la tecnica della rigenerazione guidata dei tessuti parodontali.
Illustreremo anche i fondamentali biologici e i campi di applicazione della Rigenerazione Parodontale indotta concentrandoci sull’unico mediatore biologico in questo momento disponibile sul mercato Italiano, le Amelogenine, che s’inseriscono nel concetto di “bio-mimetismo”, basato sull’impiego d’induttori molecolari tissutali a fini rigenerativi. Ai principi biologici seguiranno poi ulteriori dettagli tecnici importanti ai fini dell’ottenimento del risultato.
Nel corso degli anni l’attenzione, in tema di ricostruzione del parodonto andato perso, si è spostata dai biomateriali alla tecnica chirurgica, avendo compreso il potenziale rigenerativo innato del difetto parodontale. Avremo modo di esaminare assieme gli approcci chirurgici minimamente invasivi che non vanno necessariamente intesi come alternativi ad altre tecniche (come ad esempio la GTR), ma diventano a esse complementari. In ogni ambito della chirurgia la riduzione dell’invasività rappresenta un obiettivo importante e condiviso, è altresì vero che, modifiche operative in tal senso, diventano attuabili a patto di eguagliare o superare i risultati ottenibili con procedure più invasive. Analizzeremo a tal proposito le indicazioni e i limiti della chirurgia parodontale minimamente invasiva.
Al termine di queste due giornate i partecipanti avranno compreso quale sia la strategia ricostruttiva in grado di produrre il miglior risultato per il vostro specifico paziente.
4 MODULO - 18 ECM: Venerdì 11 - Sabato 12 Giugno
LA CHIRURGIA PLASTICA PARODONTALE
Partecipanti: Odontoiatri
OBIETTIVOLe alterazioni muco-gengivali, lesioni tra le quali troviamo anche le recessioni radicolari o le creste edentule volumetricamente non adeguate, sono estremamente frequenti. Queste problematiche parodontali, a differenza di altre, sono spesso ovvie agli occhi dei nostri pazienti che possono, essi stessi, presentarsi alla nostra attenzione in cerca di una soluzione. In molti casi la gestione chirurgica di questi difetti tissutali è accompagnata da una forte aspettativa estetica da parte del paziente e questo ne complica ulteriormente la gestione. Analizzeremo le varie anomalie quantitative e qualitative dei tessuti del parodonto marginale: esistono ancora indicazioni all’aumento dei tessuti cheratinizzati? dobbiamo ricoprire tutte le recessioni? se non è così quando pensiamo essere indicato intervenire? Daremo assieme risposta a questi quesiti e valuteremo poi gli aspetti tecnici dei vari approcci chirurgici. La chirurgia plastica parodontale odierna ha ridotto di molto la sua invasività e ha, tra gli obiettivi, una rilevante diminuzione degli esiti cicatriziali. Tutto ciò, come vedremo, è stato reso possibile grazie a nuovi tipi d’intervento e a strumenti operativi maggiormente performanti. Esamineremo aspetti ancora controversi della disciplina per cercare, ove possibile, un razionale adeguato alle scelte cliniche.